Organizzazione del lavoro nella FCA e relazioni industriali

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Sommario: 1. Il contesto economico e giuridico in cui nasce il Contratto Collettivo Specifico di Lavoro di FCA-CNHI. 2. Un nuovo organismo di rappresentanza aziendale. 3. Lo sciopero in FCA-CNHI. 4.La partecipazione dei lavoratori in FCA-CNHI: le Commissioni paritetiche. 5. Conclusioni. Il CCSL 11 marzo 2019: ancora un accordo “separato” in FCA-CNHI.

1. Il contesto economico e giuridico in cui nasce il Contratto Collettivo Specifico di Lavoro di FCA-CNHI

La presente analisi si inserisce all’interno del dibattito sull’impatto delle nuove forme di organizzazione del lavoro sulle relazioni industriali, che è stato oggetto del XXII Congresso mondiale della Società Internazionale del Diritto del Lavoro e della Sicurezza Sociale di Torino sulle trasformazioni del lavoro. Si è discusso di un fenomeno di rilevanza internazionale, che attraversa ogni sistema nazionale, seguendo spesso la stessa tendenza, rappresentata dalla decentralizzazione della contrattazione collettiva specie a livello aziendale1. I principali spunti di riflessione che hanno guidato questa indagine riguardano gli effetti della nascita di nuove forme di rappresentanza sulla qualità delle relazioni industriali e il loro impatto sul sistema italiano di diritto sindacale.
Più nel dettaglio, oggetto di esame sono stati gli eventi che hanno coinvolto l’industria italiana del settore metalmeccanico negli ultimi anni e in particolare il gruppo automobilistico FCA-CNHI. Questo settore è stato duramente colpito da una crisi di sovrapproduzione, che ha condotto le imprese ad adottare nuovi processi manifatturieri e nuove strategie di business per resistere alla competizione globale. In questo contesto, la FCA-CNHI si è distinta per aver intrapreso iniziative straordinarie volte a rinnovare l’organizzazione del lavoro all’interno dei suoi stabilimenti produttivi. Innanzitutto, è uscita dalla Confederazione Generale degli Industriali, allo scopo di recedere da tutti gli accordi collettivi sottoscritti in precedenza e cessare ogni vincolo con le regole generali della contrattazione collettiva, ancora fondata sul ruolo centrale dei contratti di livello nazionale2. In secondo luogo, il gruppo automobilistico ha adottato un accordo collettivo di livello aziendale applicabile in tutti i siti di produzione sul territorio italiano e destinato a regolare ogni profilo dell’organizzazione del lavoro, per rispondere alle necessità dell’azienda di incrementare la produttività e la competitività sul mercato globale3