L’utilità di un commentario sui generis: International and European Labour Law. Article-by-Article Commentary

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1. Mi rendo conto che il titolo di questo breve contributo – una presentazione più che una vera e propria recensione – tradisce un pregiudizio di valore (favorevole) sul Commentario curato da Edoardo Ales, Mark Bell, Olaf Deinert e Sophie Robin-Olivier per gli editori Nomos Verlag (BadenBaden, Germania), Beck (Monaco di Baviera, Germania) e Hart (Oxford, Regno Unito), pubblicato nell’autunno del 2018.
Sono quindi consapevole che potrei essere tacciato di partigianeria; ma sono altrettanto consapevole che, alla prova dei fatti, difficilmente si potrà dubitare che l’opera in questione colma un vuoto nella letteratura scientifica giuslavoristica con un apporto originale e di notevole spessore. Spessore che ovviamente non si riferisce solo alla mole cartacea del Commentario – più di 1700 pagine – ma alla qualità di tutti i davvero numerosi – ottanta – Autori coinvolti; che, a partire dai Curatori stessi ovviamente, sono autorevoli studiosi europei di Diritto del lavoro e della sicurezza sociale. Con una partecipazione italiana di grande competenza. Un primo pregio, dunque, è nella amalgama culturale dei contributi pubblicati, essendo coinvolti esponenti delle principali aree geografiche – con la esclusione invero della Spagna: forse l’unica pecca del volume, là dove la dottrina spagnola è particolarmente attenta alla giurisprudenza sulla Carta sociale – rappresentanti spiccate sensibilità giuridiche e ordinamentali: area italiana, germanica, francofona e anglosassone.
Si tratta, poi, di un lavoro originale. L’originalità è nella lettura integrata – che si svolge attraverso un analitico commento “alla tedesca”, articolo per articolo – delle principali fonti del Diritto dell’Unione e Internazionale in materia di lavoro. L’analiticità dei commenti non va, comunque, a scapito dell’organicità dell’esegesi; nelle introduzioni alle singole Parti viene infatti recuperato un approccio sistematico ai macro temi. Dunque una lettura delle fonti euro-unitarie – Trattato sul funzionamento e Carta di Nizza, anzitutto, e in più le Direttive “cardine” – in raccordo con le fonti di diritto internazionale. L’idea di fondo è quella di mettere insieme gli strumenti dell’OIL, del Consiglio d’Europea (Carta sociale e CEDU) e dell’UE. Nel panorama, non solo italiano, letterario giuslavoristico mancava sino a oggi un’opera di questo tipo; mancava un assemblaggio ragionato per materia delle disposizioni riguardanti gli istituti correlati ai diritti fondamentali del lavoro sanciti nei principali Bills of rights vincolanti, comunque influenti su, l’ordinamento europeo e quello dei singoli Stati che ne fanno parte. Peraltro un ulteriore valore è dato dal commento articolo per articolo delle principali Convenzioni OIL, che mi consta essere un inedito.