(Doppio) licenziamento e diritto di critica del lavoratore

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Trib. Nola, decr. 4 giugno 2015 n. 18203, Dott.ssa D’Antonio

È legittimo il licenziamento per giusta causa irrogato a fronte di condotte che travalichino i limiti formali e sostanziali di un corretto esercizio del diritto di critica, connotandosi come lesive del decoro e della reputazione del datore di lavoro in violazione dell’obbligo di fedeltà di cui all’art. 2105 c.c., cui va assegnato un contenuto più ampio rispetto al dato testuale della norma.

È legittimo il secondo licenziamento irrogato ad un lavoratore sulla base di motivi diversi rispetto a quelli posti a fondamento di un precedente recesso, essendo le due fattispecie autonome, con la precisazione che il secondo licenziamento produce i propri effetti solo nel caso in cui venga riconosciuto invalido o inefficace il precedente. (massime a cura dell’autrice della nota)

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Sommario: 1. Un breve riepilogo dei fatti: la protesta dei lavoratori Fiat e il “suicidio” di Marchionne. 2. Il diritto di critica tra fiducia e sfera privata del lavoratore. 3. Il “doppio licenziamento”.

1. Un breve riepilogo dei fatti: la protesta dei lavoratori Fiat e il “suicidio” di Marchionne

Il 20 giugno 2014 cinque lavoratori della FCA Italy s.p.a. (precedentemente, Fiat Group Automobiles s.p.a.) venivano licenziati per giusta causa ai sensi dell’art. 2119 c.c. e dell’art. 32, lett. b (sezione Licenziamenti per mancanze) del contratto collettivo specifico di lavoro di primo livello del 29 dicembre 2010, che prevede il licenziamento senza preavviso per il lavoratore che, tra l’altro, “provochi all’azienda grave nocumento morale o materiale”. I fatti che avevano dato luogo al provvedimento espulsivo, balzati agli onori della cronaca, erano riferiti ad episodi avvenuti tra il 5 e il 10 giugno del medesimo anno. Più nello specifico, le condotte contestate riguardavano l’allestimento di due ‘rappresentazioni scenografiche’, riguardanti, l’una, il suicidio1, mediante impiccagione, dell’amministratore delegato Sergio Marchionne, raffigurato da un manichino avente le sue sembianze; l’altra, il successivo funerale del medesimo2.[…]