Le lavoratrici dell’OMSA e le donne dell’ILVA: il plus femminile nel conflitto

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Sommario: 1. Due film documentari che raccontano battaglie al femminile. 2. Il senso e la centralità del lavoro e la cura dei corpi. 3. Il plus femminile nel conflitto sociale.

1. Due film documentari che raccontano battaglie al femminile

Le donne dell’Omsa e dell’Ilva hanno scelto una modalità di azione e diffusione del conflitto inserita nella pratica politica relazionale. Il teatro itinerante di strada che entra nelle città e nelle case, occupa gli spazi urbani, così come il racconto sereno e pungente delle madri e compagne dei lavoratori, emergono come strumenti di trasmissione, di comunicazione e di lotta che tengono insieme il personale e il politico; il lavoro e la vita; l’esperienza individuale e quella collettiva. Li tengono insieme come fili di un tessuto che va curato e seguito da vicino per evitare le solite distorsioni, strumentalizzazioni e manipolazioni che i mezzi di comunicazione classici tendono a infliggere a qualsiasi posizione che si scosta sia dal pensiero dominante capitalista e patriarcale sia dall’immaginario dominante del cambiamento dello stesso. Sono, quindi, le donne licenziate e le donne vedove, le protagoniste della lotta e sono loro a voler seguire, spiegare e accompagnare la lotta stessa. Lo fanno attraverso il teatro di strada ma anche con proiezioni e dibattiti che girano per l’Italia e che si svolgono in piccoli gruppi, associazioni, centri di ascolto, università1 … ovunque sia possibile far sentire in maniera chiara questa voce “differente”. Nel caso di Licenziata! (2011 di Lisa Tormenta) la loro voce racconta la chiusura della storica fabbrica Omsa di Faenza che, dopo cinquant’anni di produzione di calze, è stata delocalizzata in Serbia; e in quello di La svolta. Donne contro l’Ilva (2010 di Valentina D’amico) viene descritta la battaglia di sei donne contro l’Ilva, la più grande acciaieria d’Europa che, insieme all’aumento annuale dei profitti, detiene il primato nazionale di morti sul lavoro (otre 180 dalla prima apertura dei cancelli) e d’inquinamento dell’ambiente (circa il 92 % della diossina nazionale)….