L’“omnicomprensività” della retribuzione
dei lavoratori pubblici nella giurisprudenza
contabile ed amministrativa

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Sommario: 1. La rigorosa applicazione giurisprudenziale del principio della c.d. omnicomprensività della retribuzione del lavoratore pubblico. 2. Retribuzione omnicomprensiva e principio di riserva collettiva del trattamento economico del dipendente pubblico. 3. Il parere del Consiglio di Stato sulla non remunerabilità “separata” di qualsiasi tipologia di incarico conferito al personale con qualifica dirigenziale. 4. La omnicomprensività come principio generale della cd. privatizzazione del pubblico impiego e i rischi di irrigidimento della struttura retributiva a seguito del blocco pluriennale della contrattazione collettiva di comparto. 5. L’individuazione dei normali compiti d’ufficio del dipendente pubblico alla luce dell’oggetto del contratto di lavoro e delle finalità istituzionali dell’amministrazione di appartenenza. 6. (Segue) I compiti d’ufficio del dipendente pubblico alla luce dei peculiari rapporti organizzativi tra enti e della delega di funzioni. 7. Le eccezionali deroghe al principio di omnicomprensività: la remunerabilità dei c.d. incarichi extra-istituzionali. 8. (Segue) Principio di omnicomprensività, incarichi extra-istituzionali e lavoro straordinario. 9. Brevi conclusioni.

1. La rigorosa applicazione giurisprudenziale del principio della cd. omnicomprensività della retribuzione del lavoratore pubblico

Ripercorrere alcuni dei passaggi argomentativi sul pressoché monolitico orientamento dei giudici contabili ed amministrativi relativo alla cd. omnicomprensività della retribuzione dei dipendenti pubblici è operazione che, a prima vista, non appare particolarmente degna di nota. In materia, infatti, interesse maggiore vi sarebbe potuto essere se a confrontarsi nell’agone ermeneutico si fossero rinvenuti indirizzi esegetici tra loro divergenti, portatori di istanze confliggenti e, dunque, sintomo della vitalità di istituti e precetti non ancora assestati nel mondo del diritto del pubblico impiego privatizzato1. Invece, sul tema, le magistrature chiamate a pronunciarsi – il giudice amministrativo e, specialmente, quello contabile, ma anche, sia pur con meno frequenza, il giudice del lavoro – hanno raggiunto una convergenza praticamente unanime attorno ad alcuni assunti di fondo, quali: 
a) il principio di riserva collettiva del trattamento economico fondamentale ed accessorio del dipendente pubblico;
b) conseguentemente, il principio dell’omnicomprensività vigente “nel nostro sistema retributivo pubblico”, in forza del quale il trattamento economico determinato dai contratti collettivi remunera tutte le funzioni e i compiti assegnati al dipendente e “impedisce di attribuire compensi aggiuntivi per lo svolgimento di attività lavorative comunque riconducibili ai doveri istituzionali” dello stesso2;
c) l’ammissibilità di deroghe eccezionali ai due predetti assunti, che si sostanziano nei limiti – normativamente fissati dall’art. 53, d.lgs. 30 marzo 2001 n. 165 – di attribuibilità ai lavoratori pubblici, e corrispondente remunerabilità, dei cd. incarichi extra-istituzionali, assimilabili ad incarichi di natura libero-professionale;
d) l’illegittimità di ogni esborso estraneo alle coordinate normative sopra riportate, fonte di responsabilità per danno erariale a carico del soggetto che ne ha disposto la corresponsione.
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