Gli Stati Uniti al passo con l’Unione europea: l’inclusione dell’orientamento sessuale nel diritto antidiscriminatorio*

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Abstract
Nel caso Bostock vs Clayton County, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che il divieto di discriminazioni sessuali previsto nella disciplina federale protegge anche i gay, le lesbiche e i transgender, nel corso del loro rapporto di lavoro o quando sono in cerca di occupazione. Si è trattato di un cambiamento piuttosto drammatico, poiché la legge in questione – il Titolo VII del Civil Rights Act, come modificato – non elencava specificamente lo status LGBT come categoria protetta, e la  stragrande maggioranza dei tribunali federali inferiori aveva, fino a poco tempo prima, concluso che il Titolo VII non vietasse la discriminazione LGBT sul posto di lavoro. Questo articolo colloca la decisione Bostock nel contesto del mercato e del diritto del lavoro degli Stati Uniti (in particolare, rispetto alla dottrina del recesso libero), ne analizza il quadro teorico e l’uso che in essa si fa del “testualismo”, esaminando le implicazioni future di questo metodo interpretativo.

USA Keep Pace with the European Union: The Inclusion of Sexual Orientation in Employment Discrimination Law 

In Bostock v. Clayton County, the United States Supreme Court ruled that the prohibition of sex discrimination in federal employment discrimination law also protected gay, lesbian and transgender employees and job applicants. This was rather a dramatic change, as the relevant law – Title VII of the Civil Rights Act, as amended – did not specifically list LGBT status as a protected category, and the vast majority of lower federal courts had until recently concluded that Title VII did not prohibit LGBT discrimination in the workplace. This article places the Bostock decision in the context of U.S. labor and employment law (particularly the employment at will doctrine), analyzes the theoretical framework of the decision and its use of textualism, and looks at its future implications.