Alle origini dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro: governo mondiale e pace universale*

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Abstract
Questo saggio ricostruisce, sulla scorta della più recente storiografia e di un primo sondaggio delle copiose fonti a stampa contemporanee, l’interpretazione della nascita dell’OIL diffusa un secolo orsono tra i suoi padri fondatori, in particolare britannici. Le idee di questi pionieri si rivelano in sintonia con una corrente dell’internazionalismo liberale postbellico che scorgeva nella schiera di agenzie tecniche della Società delle Nazioni, di cui l’OIL veniva considerata un’articolazione cruciale, il primo passo verso l’istituzionalizzazione di forme di governo mondiale volte ad assoggettare le dinamiche della globalizzazione otto-novecentesca al controllo politico e giuridico di una “Grande Società” a carattere ecumenico. Gli internazionalisti individuavano perciò nell’OIL un protagonista chiave della graduale conversione delle opinioni pubbliche degli Stati membri dal nazionalismo etnocentrico al cosmopolitismo
pluralista – un cambiamento intellettuale e morale giudicato indispensabile per dar fondamento realistico alle speranze di pace universale del 1919.

The Origins of International Labour Organization: World Government and Universal Peace

This essay reconstructs, on the basis of recent historiography and a preliminary survey of the copious contemporary printed sources, the interpretation of the birth of the ILO espoused a century ago by its founding fathers, particularly the British. These pioneers’ main ideas appear in substantial agreement with a current of postwar liberal internationalism that regarded the system of technical agencies gravitating around the League of Nations, of which the ILO represented in their eyes a crucial component, as a first step towards the institutionalization of forms of world government aimed at subjecting the dynamics of the 19th- and 20th-century globalization to the political and juridical control of an ecumenical “Great Society”. The internationalists identified therefore the ILO as a key protagonist in the gradual conversion of the public opinions of the member States from ethnocentric nationalism to pluralist cosmopolitanism – an intellectual and moral change they deemed indispensable in order to provide the 1919 hopes for universal peace with a more realistic foundation.