“Valutazione” nella pubblica amministrazione: questione irrisolta

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Sommario: 1. Premessa. 2. Un chiarimento preliminare: cosa intendiamo per “valutazione”. 3. Una breve sintesi del percorso compiuto. 4. Gli sviluppi più recenti. 5. Le finalità manifeste e le finalità latenti della valutazione. 6. È possibile definire risultati ed indicatori di riferimento comuni ad amministrazioni della stessa tipologia? 7. Conclusioni.

1. Premessa

La pandemia ha messo in primo piano il ruolo della Pubblica Amministrazione e le capacità che ad essa si richiedono per fronteggiare l’emergenza sanitaria ed economica in atto e per implementare e monitorare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Si ritiene, da più parti, che questo scatto in avanti richiesto alla PA non possa prescindere dalla soluzione di molti problemi irrisolti come il rafforzamento del “capitale umano” ed il ricambio generazionale (anche mediante selezione diretta di professionalità tecniche specifiche per l’attuazione dei progetti), la digitalizzazione, le semplificazioni procedurali. Una architettura che ha come premessa il rinnovo dei contratti, il superamento dei mansionari, meccanismi più flessibili di carriera, premi salariali non necessariamente vincolati a tetti di spesa purché si costituisca un sistema di valutazione in grado di superare le precedenti difficoltà. Non c’è dubbio che molti di questi interventi richiedano azioni di lungo periodo, in quanto incidono su elementi strutturali del funzionamento della PA. Nondimeno, vi è anche l’esigenza di agire presto a partire dalle premesse, poiché l’emergenza e l’attuazione del PNRR vanno affrontati con un orizzonte temporale anche di breve-medio periodo.