Abstract
Il contributo analizza la giurisprudenza costituzionale in materia di accesso dei cittadini di Stati terzi alle prestazioni sociali, mettendone in luce l’evoluzione da un sindacato di eguaglianza-ragionevolezza fondato sul parametro interno dell’art. 3 Cost., a un sindacato arricchito dal riferimento a parametri interposti di matrice internazionale e sovranazionale (Cedu, diritto Ue) che pure esprimono il principio di eguaglianza e non discriminazione, fino all’assunzione, da parte della Corte costituzionale, di un ruolo attivo nell’interlocuzione con la Corte di giustizia. Tale evoluzione appare funzionale a un disegno “accentratore” della Corte costituzionale, volto a mantenere il governo di questioni attinenti al tema sensibile dell’integrazione dei cittadini stranieri in Italia, e relative al principio di eguaglianza e non discriminazione, pietra angolare della costruzione europea e, a un tempo, principio fondativo della Carta costituzionale.
Foreigners and Social Benefits: Constitutional and European Case-law
The article analyses the Constitutional Court’s case law on the recognition of social security and social assistance benefits to third-countries nationals. It points out that the Court’ scrutiny has shifted from an almost exclusive reference to the principle of equality and reasonableness enshrined in Article 3 of the Constitution, to a solid backing on ECHR and EU law sources on equality and non-discrimination. The Constitutional Court has also assumed a leading role in the interaction with the Court of Justice, hence showing its determination of “centralise” the decision of migrants’ integration cases based on equality and non-discrimination principles, at a time cornerstones of the European construction and founding principles of the Italian Constitution.